Pubblicato
Ultimo aggiornamento
tempo di lettura

Bollettino IACM del 25 febbraio 2001

Authors

Scienza — Gli endocannabinoidi svolgono un ruolo importante nei circuiti responsabili per il vomito

I cannabinoidi endogeni, che vengono prodotti da un organismo umano, svolgono un ruolo importante nei circuiti emetici del cervello. Questa è la conclusione di uno studio di scienziati dello Istituto per la Farmacologia di Kirkville College per la Osteopatia (Missouri/USA), che venne pubblicata nel numero di febbraio di Neurospychopharmacology.

In un modello animale per il vomito con topolini essi ricercavano i meccanismi dell'effetto antiemetico dei cannabinoidi.

Dal momento che i cannabinoidi, che si legano ai recettori dei cannabinoidi, che bloccano i vomito, venne formulata l'ipotesi, che il blocco del recettore del cannabinoide CB1 oppure del ricettore del cannabinoide CB2 potesse scatenare il vomito In effetti l'antagonista del recettore CB1 141716A provocava il vomito, nel momento in cui anche la frequenza del vomito sia il numero degli animali che vomitavano aumentava con dosaggi crescenti. Un antagonista recettore CB era inefficace.

Questi risultati fanno ipotizzare, che la attività antiemetica del THC si basa sulla sua capacità, di stimolare il ricettore CB1. Inoltre i cannabinoidi endogeni sembrano svolgere un ruolo importante nei circuiti che sono responsabili del vomito.

(Fonte: Darmani NA. Delta-9-tetrahydrocannabinol and synthetic cannabinoids prevent emesis produced by the cannabinoid CB(1) receptor Antagonist/Inverse agonist SR 141716A. Neuropsychopharmacology 2001;24(2):198-203)

Notizie in breve

Scienza

In otto pazienti affetti da glaucoma resistenti alle terapie convenzionali il cannabinoide sintetico WIN55212-2 diminuiva la pressione intraoculare tra il 20 e il 30%. Questi dati confermano che i recettori del CB1 hanno un coinvolgimento diretto nella regolazione della pressione intraoculare umana. (Fonte: Porcella A, et al.Eur J Neurosci 2001;13(2):409-412.

USA

La legislatura dello stato di Maryland dibatterà se legalizzare la marijuana per gli utilizzi terapeutici. Pazienti sarebbero autorizzati a possedere fino a sette piante ed una oncia di marijuana utilizzabile. Ventinove delegati, inclusi nove repubblicani, hanno firmato la legge, che ha in programma una audizione per il 1 marzo. Il direttore del Progetto Politica della Marijuana Robert Kampa afferma che dei 25 stati considerando la legalizzazione della marijuana per l'utilizzo medico quest'anno, il Maryland è tra i tre che molto probabile la dovrebbero approvare. (Fonti: Washington Times del 9 febbraio 2001, NORML del 15 febbraio 2001)

Scienza

Il THC innalza il desiderio sessuale nei ratti femmina. L'effetto del THC era inibito dagli antagonisti sia agli antagonisti del progesterone sia della dopamina D1. Gli studi indicano che il THC agisce sul recettore cannabinoide CB1, in tal modo iniziando una risposta di traduzione di segnale che richiede sia la dopamina di membrana e i ricettori di progesterone intracellulari per la induzione effettiva del comportamento sessuale. (Fonte: Mani SK, et al., Proc Natl Acad Sci USA.

Svizzera

Il 53 per cento degli svizzeri sono a favore della legalizzazione dell'uso e del possesso della cannabis. Questo dato era rilasciato il 15 febbraio dall'Istituto privato svizzero per l'alcool e altri problemi legati alle droghe. Nella inchiesta sui 1.600 persone tra i 15 e i 74 anni, il 27 per cento affermava che il 27 per cento aveva utilizzato la cannabis al meno una volta nella loro vita. Circa 1,2 per cento sosteneva di usarla quotidianamente,. Cinque per cento della gente tra i 20 e i 25 anni di età riportavano un uso quotidiano. (Fonte: Associated Press del 15 febbraio 2001)

Scienza

Un nuovo studio contraddice l'ide a che la marijuana costituisca un "gateway" per l'utilizzo di droghe più pesanti, affermando che questo sembra esser stato vero solamente per la generazione el baby boom con il suo picco intorno al 1960.Scrivendo nel numero di febbraio dell'American Journal of Public Health, Andrew Golub e Bruce Johnson degli istituti di Sviluppo Nazionale e di Ricerca a New York affermavano che i giovani che fumavano marijuana nella generazione prima e in quella dopo i baby boomers non sembrano essere necessariamente propensi a passare all'uso di droghe più pensanti. Ricercatori affermavano che queste scoperte suggeriscono che il fenomeno di gateway riflette delle norme che prevalgono tra i giovani in un luogo e un tempo specifico. (Fonte: Xinhua News Agency del 5 febbraio 2001)