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Bollettino IACM del 23 dicembre 2007
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Scienza — Il THC riduce il dolore cronico nei pazienti che non hanno sufficiente sollievo dall’uso di oppioidi.
Secondo uno studio condotto da ricercatori della Harvard Medical School di Boston, il THC (dronabinolo) ha ridotto il dolore in 30 pazienti assuntori di oppioidi per il dolore cronico. Nella fase I di questo studio a 2 fasi, è stata adottata la procedura di sperimentazione a doppio cieco nella quale ai soggetti sono stati somministrati in tre momenti diversi 10 mg di THC, 20 mg di THC e il placebo. Nella fase II è stato adottato uno studio in aperto somministrando un dosaggio specifico di THC in aggiunta al trattamento con oppioidi.
I risultati della fase I mostrano che i pazienti che assumono THC, provano una diminuzione dell’intensità del dolore in confronto al placebo. Non ci sono state differenze tra l’uso di 10 mg o 20 mg. Nella fase II, il THC ha contribuito ad una significativa riduzione del dolore e ad un aumento della soddisfazione in confronto alle condizioni iniziali dello studio. L’incidenza degli effetti collaterali dipende dal dosaggio. Complessivamente, l’uso del THC trova impiego come trattamento addizionale per i pazienti che assumono oppioidi per dolori cronici non causati da cancro.
(Fonte: Narang S, Gibson D, Wasan AD, Ross EL, Michna E, Nedeljkovic SS, Jamison RN. Efficacy of Dronabinol as an Adjuvant Treatment for Chronic Pain Patients on Opioid Therapy. J Pain 2007 Dec 12 [Electronic publication ahead of print])
Gran Bretagna — L’ente governativo per il controllo dei farmaci (MHRA) pubblica una relazione sul Sativex.
Il 13 Dicembre 2007 l’ente governativo per il controllo dei farmaci e l’assistenza sanitaria (MHRA), ha diffuso una relazione sul Sativex, un estratto di cannabis prodotto dalla ditta Britannica GW Pharmaceuticals, ed approvato per l’uso medico in Canada. L’ente governativo MHRA, si è mosso in questa direzione poiché l’uso del Sativex è di grande interesse pubblico, e per il fatto che approssimativamente 1200 pazienti nel Regno Unito sono entrati in possesso del medicinale con una prescrizione rilasciata dai loro medici curanti.
La relazione conclude che il profilo di sicurezza del Sativex è considerato accettabile per l’uso da parte di pazienti e nelle indicazioni d’uso, fornendo un’efficacia dimostrata. GW Pharmaceuticals sta conducendo uno studio clinico atto a chiarire i rimanenti interrogativi riguardanti l’efficacia dell’estratto. Nella relazione è inclusa una dichiarazione consensuale di una commissione di esperti indipendenti. Essi concludono: “Il Sativex è una possibilità terapeutica per i pazienti che non ottengono risultati soddisfacenti dalle terapie tradizionali. Consideriamo che il Sativex dovrebbe essere autorizzato e diventare disponibile su prescrizione per i pazienti affetti da spasticità causata da sclerosi multipla, e noi sollecitiamo l’MHRA a farlo”.
La relazione è disponibile al sito web dell’ MHRA:
http://www.mhra.gov.uk/home/idcplg?IdcService=GET_FILE&dID=38433&noSaveAs=0&Rendition=WEB
(Fonte: Press release by GW Pharmaceuticals of 13 December 2007, MHRA Report on Sativex of 13 December 2007)
Scienza — Il fumo di cannabis e quello di tabacco hanno una simile composizione chimica qualitativa.
Dei ricercatori Canadesi hanno analizzato la composizione chimica del fumo di cannabis e del fumo di tabacco. Il fumo delle sigarette di cannabis e di tabacco, che pesavano circa 800 mg, è stato analizzato in una macchina opportuna. La composizione qualitativa delle due sostanze è simile, mentre quella quantitativa è diversa.Con un normale ritmo di aspirazione, il fumo di cannabis e di tabacco contiene mediamente 40 mg di catrame. Se si considera una aspirazione del fumo maggiore, tipica dei fumatori di cannabis, la quantità di catrame sale fino a valori di 80-100 mg. La quantità di catrame inalato dipende meno dal tipo di sostanza fumata e maggiormente dalla modalità di aspirazione del fumo. I risultati concordano con le ricerche precedenti.
Con gli stessi parametri di aspirazione del fumo, l’ammoniaca è concentrata nel fumo di cannabis 20 volte in più rispetto alla quantità presente nel fumo di tabacco, questo è dovuto alla maggior quantità di nitrati presenti nella cannabis da attribuirsi alla fertilizzazione. L’acido cianidrico è presente circa 2.5 volte in più, l’ossido d’azoto (NO) è presente in concentrazione 4 volte superiore e alcune amine aromatiche sono presenti in concentrazione 3-5 volte maggiore rispetto al fumo di tabacco. Alcune nitrosammine tipiche del fumo di tabacco non sono presenti nel fumo di cannabis. Mercurio, cadmio, piombo, arsenico e sostanze carboniliche a basso peso molecolare (formaldeide, acetaldeide, etc.) sono presenti in concentrazione minore rispetto al fumo di tabacco.Infine il fumo di cannabis è meno concentrato in idrocarburi policiclici aromatici.
La ricerca è disponibile al sito web:
http://pubs.acs.org/cgi-bin/sample.cgi/crtoec/asap/pdf/tx700275p.pdf
(Fonte: Moir D, Rickert WS, Levasseur G, Larose Y, Maertens R, White P, Desjardins S. A Comparison of Mainstream and Sidestream Marijuana and Tobacco Cigarette Smoke Produced under Two Machine Smoking Conditions. Chem Res Toxicol. 2007 Dec 7 [Electronic publication ahead of print])
Notizie in breve
Scienza — Cancro dell’intestino crasso
E’ ben noto che il THC e altri cannabinoidi riducono la sopravvivenza delle cellule cancerose nell’intestino crasso. Sull’International Journal of Cancer, ricercatori britannici hanno avvertito che l’uso prolungato di antagonisti dei recettori dei cannabinoidi possono aumentare il rischio di cancro all’intestino crasso. Il rimonabant (antagonista dei recettori dei cannabinoidi) è in uso in Europa contro l’obesità. Il rischio di sviluppo di cancro, che nei soggetti obesi è già alto, viene ulteriormente aumentato dall’uso di rimonabant. (Fonte: Wright KL, et al. Int J Cancer. 2007 Dec 12 [Electronic publication ahead of print])