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Bollettino IACM del 20 gennaio 2008

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Israele — Pazienti possono ottenere il benestare da parte del governo per l’uso medico della cannabis.

Una clinica medica di Tel Aviv ha cominciato a distribuire cannabis ai pazienti sofferenti di AIDS, legalmente e con l’approvazione del ministero della salute. La clinica ha cominciato la distribuzione 6 mesi fa. Secondo la legge israeliana la cannabis può essere utilizzata legalmente dai pazienti che hanno ricevuto il permesso speciale da parte del ministero della salute.

La cannabis è approvata solitamente per pazienti affetti da cancro, AIDS o infiammazioni croniche dell’intestino. La clinica, di cui il ministero della salute non ha reso pubblico il nome, fornisce la cannabis in piccole quantità ed in modo controllato, quando un paziente è autorizzato al suo uso. Un portavoce dell’Associazione Isaraeliana per il Cancro, afferma che la droga può ridurre gli effetti collaterali nei pazienti sotto cura con chemioterapici, e l’organizzazione potrebbe aggiungere informazioni in merito sul proprio sito web.

Articolo disponibile all’indirizzo:

http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1198517303901&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull

(Fonte: Jerusalem Post of 6 January 2008, personal communication by Dr. Raphael Mechoulam)

Scienza — Il nabilone ha un effetto analgesico inferiore a quello della diidrocodeina in pazienti affetti da dolore neuropatico

Uno studio clinico condotto in tre ospedali del RegnoUnito, mostra che il nabilone al massimo della dose giornaliera (2 mg) è meno efficace nel ridurre il dolore in 96 pazienti affetti da dolore neuropatico, rispetto alla diidrocodeina al massimo della dose (240 mg). Il nabilone è un derivato sintetico del THC, ha un’attività maggiore in quanto 2 mg di nabilone sono efficaci quanto 15-20 mg di THC. 240 mg di diidrocodeina sono efficaci all’incirca quanto 24 mg di morfina. In questo studio “crociato” i pazienti hanno ricevuto dosi crescenti di entrambi i farmaci, prima l’uno e poi l’altro, in un arco di tempo di sei settimane. Nel passaggio da una sostanza all’altra vi è stato un intervallo per lo smaltimento del farmaco della durata di due settimane. In una scala analogica visiva del dolore, con campo di intensità (espresso in mm) da 0 a 100, il dolore doveva essere superiore a 40. I pazienti dei tests hanno continuato ad utilizzare gli altri loro farmaci antidolorifici eccetto diidrocodeina e cannabinoidi.

64 pazienti hanno completato lo studio. La diidrocodeina ha un effetto analgesico migliore rispetto al nabilone, ma i ricercatori riconoscono che, “la rilevanza clinica di questa differenza è minima, e nessuno dei due farmaci è particolarmente efficace.” Tre dei 64 pazienti hanno avuto una riduzione di più di 10 con entrambe le sostanze. Il nabilone ha avuto qualche effetto collaterale in più rispetto alla diidrocodeina, ma nessun evento sfavorevole è stato riscontrato, ed entrambe le sostanze sono state ugualmente ben tollerate.

Relazione interamente disponibile all’indirizzo:

(Fonte: Frank B, Serpell MG, Hughes J, Matthews JN, Kapur D. Comparison of analgesic effects and patient tolerability of nabilone and dihydrocodeine for chronic neuropathic pain: randomised, crossover, double blind study. BMJ. 2008 Jan 8 [Electronic publication ahead of print])

Canada — Secondo un tribunale federale, la legge che permette ai coltivatori di cannabis di fornire la droga solo ad un paziente, è incostutizionale.

Un tribunale federale ha abbattuto un’importante restrizione nel programma governativo per la cannabis medica.La restrizione riguarda i canadesi a cui è stata prescritta la cannabis come trattamento, i quali non saranno più obbligati a dipendere dalle forniture del governo federale. La sentenza presa dal giudice Barry Strayer, rilasciata il 10 gennaio 2008, concede, ai pazienti in trattamento con cannabis, più libertà nello scegliere il proprio coltivatore, e permette ai coltivatori di fornire la droga a più pazienti invece che ad uno solo. Al momento, i pazienti possono coltivare la propria cannabis mentre i coltivatori hanno il divieto di fornirla a più di un paziente alla volta.

Nella sentenza di 23 pagine, Strayer considera la fornitura incostutizionale ed arbitraria, “causa agli individui maggiori difficoltà di rifornimento”. Il governo deve anche riconsiderare le richieste avanzate da un gruppo di pazienti che chiedono, portando l’argomentazione in tribunale, la possibilità di permettere loro il rifornimento da un singolo produttore-fornitore. Mentre il governo discute la possibilità di fornire la cannabis a coloro che non se la possono coltivare da soli, meno del 20% dei pazienti, attualmente, usa forniture governative. Il governo può ricorrere in appello sulla sentenza.

Articolo interamente disponibile all’indirizzo:

http://canadianpress.google.com/article/ALeqM5itrp6kt_GluGtdJ_YR5bWOGSDKPw

(Fonte: Canadian Press of 11 January 2008)

Notizie in breve

Scienza — HIV ed uso di droghe

I ricercatori dell’Università della California a Los Angeles, in uno studio longitudinale iniziato nel 1996, hanno valutato l’effetto dell’uso di droghe su sottopopolazioni di linfociti-T in uomini affetti da HIV. Non hanno trovato associazioni cliniche significative tra uso di cannabis ed altre droghe e il numero o la percentuale delle cellule T CD4 e CD8, o il loro tasso di variazione. (Fonte: Chao C, et al. Drug Alcohol Depend. 2008 Jan 2 [Pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa])

Scienza — Tolleranza e effetti del THC

Ricercatori statunitensi hanno condotto uno studio sulle differenze degli effetti del THC su due gruppi, il primo composto da 30 regolari consumatori di cannabis ed il secondo da 22 non consumatori. Tutti i partecipanti hanno ricevuto 0, 2.5, e 5 mg di THC per via endovenosa in tre giorni diversi. I consumatori abituali di cannabis, a differenza dei non consumatori, hanno mostrato tolleranza agli effetti psicotomimetici, di alterazione della percezione, di diminuzione delle capacità cognitive, di ansia ma non agli effetti euforizzanti. (Fonte: D'Souza DC, et al. Neuropsychopharmacology. 2008 Jan 9 [Pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa])

Scienza — Trapianto di fegato

I ricercatori dell’Università di Rochester nello stato di New York, hanno condotto uno studio sull’associazione tra la ricaduta seguente al trapianto di fegato ed alcune variabili, incluso l’uso e la dipendenza da droghe. L’uso di droghe non è associabile al rischio di ricaduta. I ricercatori concludono che ai pazienti consumatori di droghe “non dovrebbe essere negato la possibilità di ottenere un trapianto di fegato.” (Fonte: Nickels M, et al. Exp Clin Transplant 2007;5(2):680-5.)