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Bollettino IACM del 15 maggio 2013
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Scienza/Umana — In uno studio clinico aperto il THC riduce l'agitazione e il comportamento aggressivo nei pazienti con grave demenza
In 40 pazienti con malattia di Alzheimer grave e altre forme di demenza, il trattamento con THC orale è stata associato con una significativa diminuzione dell’agitazione, così come a miglioramenti nella durata del sonno e nell'appetito. Questo è il risultato di uno studio presso l’unità di ricovero dell’ospedale di neuropsichiatria geriatrica McLean, presso la Harvard Medical School di Belmont, USA. Utilizzando una valutazione retrospettiva sistematica, sono stati analizzati 40 pazienti con diagnosi di demenza e trattati con THC orale (dronabinol) per disturbi del comportamento o dell'appetito. Un gruppo di psichiatri geriatrici ha consultato le cartelle cliniche per valutare i comportamenti del pazienti prima di iniziare il trattamento con THC ed in seguito fino a sette giorni di trattamento.
L'aggiunta di THC ai regimi di trattamento dei pazienti è stata associata a significative diminuzioni in tutti i domini della scala dell’agitazione Pittsburgh. Ci sono stati anche miglioramenti significativi nel punteggio “Clinical Global Impression”, nella durata del sonno e nella percentuale di pasti consumati. Sono stati registrati 26 eventi avversi durante il trattamento con THC, nessuno dei quali ha portato alla sospensione del farmaco. Gli autori hanno concluso che questo rapporto "rappresenta il più grande gruppo studiato di pazienti affetti da demenza trattati con dronabinol e conferma le precedenti relazioni indicanti che dronabinol può servire come trattamento aggiuntivo per i sintomi neuropsichiatrici nella demenza." Disturbi comportamentali si verificano frequentemente in soggetti dementi e aumentano notevolmente le difficoltà della loro cura. L'efficacia delle altre opzioni di trattamento medico è finora modesta.
Scienza/Umana — Nei consumatori di cannabis sani gli effetti analgesici del THC orale sono simili a quelli della cannabis fumata
Negli utenti regolari di cannabis in buona salute, l’uso di THC per via orale (dronabinol) e cannabis fumata (marijuana) hanno causato effetti simili sulla sensibilità e tolleranza al dolore. Questo è il risultato di uno studio condotto presso l’Istituto Psichiatrico dello Stato di New York e del Dipartimento di Psichiatria presso l'Università di Medicina e Chirurgia della Columbia University di New York, USA. 15 maschi sani e 15 femmine fumatori quotidiani di cannabis hanno partecipato a questo studio di confronto tra gli effetti analgesici, soggettivi e fisiologici della cannabis fumata (0.0, 1.98 o 3.56% THC) e del THC per via orale (0, 10 o 20 mg). La risposta al dolore è stata valutata utilizzando il Cold-Pressor Test (CPT): i partecipanti hanno immerso la mano sinistra in acqua fredda (4°C) e sono stati registrati il tempo dopo il quale hanno riferito dolore (sensibilità al dolore) ed il tempo dopo il quale hanno ritirato la mano dall'acqua (tolleranza al dolore).
Rispetto al placebo, la cannabis ed il THC orale hanno diminuito la sensibilità al dolore (3,56%; 20 mg), aumentato la tolleranza al dolore (1,98%; 20 mg) e causato una diminuzione nelle valutazioni soggettive dell’intensità del dolore (1,98, 3,56%; 20 mg). L'entità del picco della variazione nella sensibilità e nella tolleranza al dolore non differiva tra cannabis fumata e THC orale, anche se il THC orale ha prodotto un’analgesia di durata maggiore. Gli autori hanno concluso che "questi dati indicano che in condizioni controllate, marijuana e dronabinol hanno diminuito il dolore, con il dronabinol che ha prodotto diminuzioni nella sensibilità al dolore di durata maggiore e rating più bassi di effetti soggettivi legati ad abuso rispetto alla marijuana fumata."
Notizie in breve
USA — La Camera dei Rappresentanti dell'Illinois vota per legalizzare l'uso medico della cannabis
La Camera dei Rappresentanti dell'Illinois ha votato il 17 aprile con una ristretta maggioranza a favore della legalizzazione dell'uso della cannabis per scopi medici. La camera ha votato 61 contro 57 a favore di un provvedimento per permettere ai pazienti con l'autorizzazione di un medico di utilizzare la cannabis. Il provvedimento passerà ora al Senato dello Stato. Il governatore democratico Pat Quinn ha detto che è di mentalità aperta sulla proposta.
Scienza/Umana — Nessuna differenza nella struttura cerebrale tra i pazienti psicotici con o senza l'uso di cannabis
In uno studio con pazienti con il primo episodio psicotico, di cui 33 erano consumatori di cannabis (15 utilizzatori pesanti e 18 leggeri) e 17 erano non consumatori, non sono state riscontrate con tecniche di brain-imaging avanzate differenze di materia grigia e bianca nel cervello. Si sono ottenuti gli stessi risultati confrontando solamente i consumatori pesanti con i non utilizzatori. Gli autori hanno scritto che non possono "formalmente escludere cambiamenti morfometrici sottili associati al consumo di cannabis. Tuttavia, anche se presenti, tali potenziali alterazioni sarebbero di bassa magnitudo."
Service neuro-diagnostique et neuro-interventionnel DISIM, University Hospitals of Geneva, Switzerland.
Haller S, et al. Brain Topogr. 2013 Apr 19. [in stampa]
Scienza/Cellule — Gli effetti anti-cancro di evavirenz sono stati aumentati dai cannabinoidi
Evavirenz mostra effetti anti-cancro in molte cellule tumorali e questo effetto è stato aumentato dai cannabinoidi. Gli autori hanno concluso che "l'effetto sinergico osservato con agonisti dei cannabinoidi implica un coinvolgimento del sistema cannabinoide".
Dipartimento di Radioterapia Oncologica, Ospedale Universitario, Università di Erlangen-Norimberga, Germania.
Hecht M, et al. AIDS. 2013 Apr 26. [in stampa]
Scienza/Animale — Le concentrazioni di anandamide risultano diminuite nei topi anziani, nei quali aumenta il rischio di dolore neuropatico
Topi anziani hanno sviluppato dolore più forte dopo una lesione del nervo sciatico rispetto ai topi giovani. Questo è stato associato a bassi livelli dell’endocannabinoide anandamide in varie parti del sistema nervoso, compreso il midollo spinale e la corteccia, che sono ulteriormente diminuiti dopo la lesione del nervo. Gli autori hanno notato che questi cambiamenti possono "contribuire ad un maggior rischio di dolore neuropatico nella vecchiaia".
Istituto di Farmacologia Clinica, Goethe-Universität di Francoforte sul Meno, Germania.
Bishay P, et al. Neuropharmacology. 2013 Apr 15. [in stampa]
Scienza/Animale — Il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nell’azione del sesamolo
Il sesamolo è un composto naturale dell’olio di sesamo. In seguito a trattamento cronico di ratti con sesamolo, simile all'antidepressivo amitriptilina, si è determinato un aumento prolungato dei contenuti di endocannabinoide in maniera dipendente dalla dose e dall'area del cervello. Il recettore CB1 è stato coinvolto nell'azione del sesamolo.
Shahid Beheshti University of Medical Sciences, Tehran, Iran.
Hassanzadeh P & Hassanzadeh A. Psychopharmacology (Berl). 2013 Apr 27. [in stampa]
Scienza/Umana — Il numero di recettori cannabinoidi è alterato nella malattia celiaca
Durante la celiachia attiva il numero dei recettori CB1 e CB2 è risultato aumentato nella mucosa del duodeno. Gli autori hanno notato che questo "indica il potenziale terapeutico dei CBR nei pazienti con malattia celiaca".
Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Teramo, Italia.
Battista N, et al. PLoS One. 2013;8(4):e62078.
Scienza/Umana — Gli endocannabinoidi nelle donne obese
In uno studio con 30 donne obese in postmenopausa sono stati trovati in circolo livelli più elevati dell’endocannabinoide 2-AG nelle donne insulino-resistenti rispetto a quelle insulino-sensibili e la perdita di peso è stata associata ad un aumento dell’endocannabinoide PEA.
Facoltà di Scienze della Salute, Università di Ottawa, Canada.
Abdulnour J, et al. Obesity (Silver Spring). 2013 Apr 24. [in stampa]
Scienza/Animale — I cannabinoidi possono peggiorare i disturbi della dismotilità gastrica indotta dal cisplatino
L'agente anti-cancro cisplatino può essere associato con effetti collaterali sulla motilità dello stomaco ritardando lo svuotamento gastrico. Questo effetto è stato aumentato dalla somministrazione dell’cannabinoide sintetico WIN55,212-2. Gli autori hanno concluso che "i cannabinoidi devono essere maneggiati con cautela se somministrati cronicamente durante la chemioterapia."
Facoltà di Scienza della Salute, Università Rey Juan Carlos, Madrid, Spagna.
Abalo R, et al. Neurogastroenterol Motil 2013;25(5):373-e292.