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Bollettino IACM del 13 novembre 2003
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Scienza — un vasto studio britannico mostra che la cannabis riduce i sintomi della sclerosi multipla
Il più grande studio sull’uso della cannabis e del THC (dronabinolo) per alleviare i sintomi della sclerosi multipla (SM) ha prodotto risultati misti, ma i medici affermano che ci sono dati sufficienti per concedere la licenza per il trattamento della malattia.
Benché non ci siano prove obiettive che la cannabis allevi la spasticità, ovvero la rigidità muscolare causata dall’affezione, i pazienti hanno riferito miglioramenti in rapporto al dolore e agli spasmi. Anche la mobilità è risultata migliorata.
657 pazienti affetti da SM stabile e spasticità muscolare hanno ricevuto o una capsula di estratto di cannabis, o THC o un placebo. Le capsule di cannabis contenevano 2.5 mg di THC e 1.25 mg di cannabidiolo (CBD). La sperimentazione è durata 15 settimane ed è cominciata con una fase di aggiustamento della dose di 5 settimane: durante tale periodo, i pazienti sono stati richiesti di aumentare la loro dose di una capsula due volte al giorno ad intervalli settimanali fino ad una dose massima giornaliera di 10-25 mg di THC (a seconda del peso corporeo). Se si presentavano effetti collaterali, ai pazienti veniva consigliato di non aumentare la dose.
La cura è stata generalmente ben tollerata. Non è stato rilevato un miglioramento obiettivo della spasticità misurata secondo la scala di Ashworth. Tuttavia, si è rilevata una tendenza ad un lieve miglioramento nei pazienti sotto cannabis e THC, con una riduzione sul totale del punteggio di Ashworth di 0.32 per la cannabis e di 0.42 per il THC rispetto al placebo. Si è rilevato, invece, un effetto curativo per quanto riguarda certi sintomi soggettivi. Il 61% ed il 60% dei pazienti cui sono stati somministrati, rispettivamente, estratto di cannabis e THC hanno riferito un miglioramento della spasticità, rispetto al solo 46% di quelli sotto placebo. Per il dolore le cifre corrispondenti sono state, rispettivamente, 42%, 35% e 26%. E’ stata anche dimostrato un miglioramento della deambulazione con la cannabis e il THC per i pazienti dotati di mobilità.
“C’è una fascia di positivi ed una di negativi. Tutto sommato, penso che ci sono dati sufficienti per procedere con la licenza e il processo di registrazione” ha detto alla Reuters il dott. John Zajicek, che ha diretto lo studio. Zajicek ha anche affermato che la ricerca solleva il problema di decidere se è più importante la valutazione del medico o la prospettiva del malato.
“Io ritengo che se c’è un conflitto, ciò che è importante è la percezione del malato e quindi considero i risultati piuttosto incoraggianti” ha dichiarato all’Associated Press il dott. Roger Pertwee, professore di neurofarmacologia all’Università di Aberdeen, che non era coinvolto nello studio.
Una possibile spiegazione per i risultati misti potrebbe essere che la prova muscolare chiamata scala di Ashworth non è abbastanza sensibile per cogliere modificazioni che risultano invece significative per il paziente. “Si tratta di una prova molto remota dalla vita di ogni giorno. Spostare su e giù la gamba di qualcuno che giace su un lettino non si traduce necessariamente molto bene in ciò che accade quando la stessa persona si alza, cerca di camminare in giro o fa i lavori di casa e così via” ha detto il dott. Alan Thompson, professore di neurologia a Londra.
(Fonti: Zajicek J, Fox P, Sanders H, Wright D, Vickery J, Nunn A, Thompson A, on behalf of the UK MS Research Group. Cannabinoids for treatment of spasticity and other symptoms related to multiple sclerosis [CAMS study]: multicentre randomised placebo-controlled trial. Lancet 2003: 362 [9385]: 1517-1526. Reuters del 7 novembre 2003, Associated Press del 6 novembre 2003).
USA — per i medici resta difficile raccomandare la cannabis ai pazienti
Per i medici che vogliono discutere coi propri pazienti l’uso della marijuana medica il limite fra consiglio e apologia rimane quasi altrettanto sfumato com’era prima che la recente sentenza di un tribunale garantisse al medico il diritto di affrontare apertamente il problema.
Molti medici si sentono sollevati per il fatto che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha avallato la sentenza di una corte di rango inferiore che il 14 ottobre ha vietato al governo federale di perseguire penalmente i medici che consigliavano ai loro pazienti di far ricorso alla marijuana per alleviare i loro sintomi. La sentenza afferma però anche che il governo federale ha il diritto di ritenere i medici responsabili qualora si adoperino attivamente per procurare la marijuana ai propri pazienti. In questo caso infatti la corte ha lasciato aperta la possibilità che i medici possano essere incriminati in base alle leggi federali sulle droghe.
“Questa sentenza dice che non c’è alcun problema se parlo coi pazienti della marijuana medica e posso persino dire loro ‘ penso che ne trarrai beneficio ‘ “ ha affermato il Dr. Steve O ’Brien, di un centro AIDS di Oakland in California, “ma questo significa che posso firmare un modulo di un club per la cannabis terapeutica o scrivere ‘ raccomando la marijuana ‘ su un foglio di ricettario?”
(Fonte: New York Times del 28 ottobre 2003)
Notizie in breve
USA — California
Il governatore della California Gray Davis ha firmato un provvedimento di legge controverso sulla cannabis terapeutica che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2004. La nuova legge offre carte d’identità con fotografia riservate, su base volontaria, a pazienti documentati che siano registrati e protetti. Ma sebbene la California si sia impegnata a proteggere l’identità di possessori di carte d’identità per la marijuana medica, molti pazienti temono che agenti federali antidroga s’impadroniscano di qualunque lista su cui possano mettere le mani e la usino come lista di riferimento per procedere agli arresti. (Fonte: Los Angeles Daily Journal del 6 novembre 2003)
Scienza — ansietà
Il blocco farmacologico dell’enzima FAAH che è responsabile per il catabolismo dell’endocannabinoide anandamide produce effetti simil-ansiolitici. Il blocco del FAAH si traduce in un aumento della concentrazione di anandamide. Queste scoperte suggeriscono che l’anandamide contribuisce alla regolazione dell’emotività e dell’ansietà e che il FAAH (Fatty Acid Amide Hydrolase) potrebbe costituire il bersaglio di una nuova classe di farmaci ansiolitici. (Fonte: Gaetani S, et al. Trends Mol Med 2003; 9 [11]: 474-8)
Scienza — dolore
Il THC alla dose di 5 mg non è risultato efficace nel ridurre il dolore post-operatorio. A 40 donne che si erano sottoposte a intervento chirurgico sono stati somministrati o 5 mg di THC o un placebo, se le pazienti richiedevano un’ulteriore analgesia il secondo giorno dopo l’operazione. Non sono state rilevante differenze significative fra le due sostanze somministrate. Come dimostrato in studi precedenti, 5 mg di THC rappresentano in genere una dose inefficace per il trattamento del dolore. (Fonte: Buggy DJ, et al. Pain 2003; 106 [1-2]: 169-72)
Canada — GW e Bayer
La GW Pharmaceuticals e la Bayer Health Care del Canada hanno annunciato un accordo di commercializzazione per portare sul mercato canadese il Sativex, l’estratto di cannabis della GW. (Fonte: Canada NewsWire del 6 novembre 2003)
Scienza — schizofrenia
Ricercatori di sanità pubblica in Olanda ritengono attualmente che vi sono “prove convergenti” a dimostrazione che l’uso di cannabis è un fattore di rischio per la schizofrenia. Ricercatori dell’Istituto Olandese di Salute Mentale e Dipendenza ammoniscono che la cannabis raddoppia approssimativamente il rischio di schizofrenia. I ricercatori traggono le loro conclusioni da una rassegna di cinque studi longitudinali recentemente pubblicati in quattro giornali medici. Essi accettano che studi epidemiologici di coorte non forniscono una prova definitiva, in quanto potrebbero sussistere altri fattori sociali o biologici di fondo a produrre questo incremento del rischio. (Fonte: Sheldon T. BMJ 2003; 327 [7423]: 1070)
Scienza — glaucoma
Nel glaucoma, la liberazione eccessiva di glutammato rappresenta la causa principale della necrosi del nervo ottico. In questo studio è stato dimostrato che il glutammato causa apoptosi (la necrosi cellulare programmata) dei nervi retinici per l’eccessiva formazione di perossinitrito e che l’effetto neuroprotettivo del THC e del cannabidiolo (CBD) agisce riducendo la formazione di perossinitrito. (Fonte: El-Remessy AB, et al. Am J Pathos 2003; 163 [5]: 1997-2008)